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Che ansia!

Immagine del redattore: Stefania SediniStefania Sedini


Ansia. una parola ormai sentita e risentita, spesso usata per indicare uno stato di agitazione o di malessere, altre volte perchè va quasi di moda dire "ho l'ansia". Ma che cosa è?

Perchè la proviamo?

A cosa ci serve?

Proviamo a fare un po' di chiarezza|!



L’American Psichiatric Association (1994), la descrive come:

“L’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativo futuro, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno”

L’ansia, è uno stato emotivo caratterizzato da sentimenti di paura e di preoccupazione, non sempre commisurati all'evento, reale o simbolico. Questa attivazione è innata e ha l’obiettivo di prepararci ad affrontare il pericolo percepito predisponendoci a una risposta di attacco o fuga.

Un primo punto essenziale quindi è che l'ansia non è un qualcosa di esterno, non si ha l'ansia ma la si prova, è un nostro sentire in una situazione o in un momento di vita.

E' un nostro modo di affrontare quel passaggio, quell'evento.

L'ansia è in altre parole un vissuto personale in risposta a un qualcosa che avviene o che stiamo facendo, è personale perchè ognuno di noi la sperimenta in modi, tempistiche, causalità differenti e soggettive.


Con la ricerca e gli studi si è cercato di dare delle indicazioni generali per riconoscere questo stato emotivo basandosi su quelli che sono i "sintomi" più diffusi.

  • sintomi psicologici: forte apprensione, nervosismo, alterazione della memoria e della concentrazione, rimuginio e preoccupazione, insicurezza e timore;

  • sintomi fisici : palpitazioni, tachicardia, ipersudorazione, spasmi alla gola, dispnea, vertigini, bisogno frequente di urinare, sintomi gastroenterici, insonnia con difficoltà ad addormentarsi e risvegli frequenti;

  • tensione motoria: tremori, irrequietezza, agitazione, facilità a sussultare, contratture muscolari, cefalea tensiva.

Questi sono i sintomi "classici" quelli più diffusi, ognuno di noi però per come è può sperimentare anche altre sensazioni, pensieri e avere altre ripercussioni. E' importante nel tempo imparare a riconoscerle e a dare un senso, una cornice di riferimento perchè questo permette di abbassare già un po' il livello di ansia percepita.

L’ansia come visto nella sua definizione è un nostro attivarci di fronte a un qualcosa che sentiamo essere perturbante di un nostro status quo. Che sia l'esame all'università, un primo appuntamento, un'operazione, un pericolo reale o immaginato, un evento importante noi, il nostro sistema neuro-vegetativo e emotivo si attiva per aiutarci ad affrontarlo per come possiamo.



Di per sè quindi non esiste un'ansia negativa o positiva, esiste un nostro provare di fronte a un evento. Quello che cambia sull'interferenza di questo sentire nella nostra vita è come noi ci posizioniamo di fronte a questo e che importanza arriva a ricoprire questa soluzione nella nostra vita.

Se noi proviamo ansia ad esempio ad uscire di casa in questo periodo di pandemia e questo ci porta ad essere attenti, consapevoli del rischio e con una tensione costruttiva allora si può dire che è un'ansia che incide in modo "positivo".

Se invece di fronte a questo periodo ad esempio il nostro percepire l'ansia ci blocca, ci chiude, sospende un nostro vivere allora questo sentire si colora di "negativo".

O ad esempio se proviamo uno stato di ansia di fronte a un esame universitario o a una consegna di lavoro tale che ci attiva, ci fa concentrare e ci fa dare il massimo si può dire che stiamo vivendo un'ansia positiva, se invece l'ansia percepita ci blocca, ci porta a auto boicottarci allora questa indica che qualcosa non va in quello che stiamo facendo e vivendo, che forse occorre capirci qualcosa di più!

Tuttavia però, che l'esito sia positivo o negativo, se ce lo si permette, si può guardare all'ansia provata come a un campanello di allarme che ci sta dicendo che lì in quella cosa, in quel momento ci siamo noi e che per noi ha un senso e tocca in noi qualcosa di più o meno profondo. Se ci diamo una possibilità, senza correre alle soluzioni "togli ansia" si può invece guardare a questo essere ansiosi come una soluzione che abbiamo trovato per far fronte alla vita.



Un meccanismo che si instaura spesso quando proviamo una forte sensazione di ansia è quello dell'ansia anticipatoria o "ansia dell'ansia" per cui, ogni volte che ci ritroviamo a vivere una situazione per cui abbiamo provato ansia ci attiviamo nel timore di riprovarla allo stesso modo o di più e questo instaura un circolo vizioso.

Nel DSM V (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, APA) vengono inoltre classificati come

disturbi d’ansia:

  • Disturbo d’ansia da separazione, riguarda per lo più l'età evolutiva e interessa la fase di separazione dalle figure di attaccamento e di riferimento.

  • Mutismo selettivo riguarda i bambini e si caratterizza per un'incapacità a parlare con persone specifiche o in situazioni specifiche che non è in alcun modo collegata con difficoltà di linguaggio.

  • Fobia Specifica, è uno stato di ansia e paura incontrollabile di fronte a uno stimolo o situazione specifica di cui ci si rende conto dell'eccessività della risposta rispetto allo stimolo. Ci sono fobie specifiche come l'aracnofobia oppure delle fobie più generalizzate a situazioni o luoghi come la fobia sociale.

  • Disturbo d’ansia sociale, è la paura di esperire in situazioni pubbliche e sociali i sintomi di ansia provata dal vivere una situazione poco confortevole come quella di essere giudicati o osservati da altri.

  • Disturbo di panico è il presentarsi in modo frequente e per un breve lasso di tempo di attacchi di panico. L' attacco di panico, è un evento caratterizzato da un’ansia molto intensa, tachicardia, fiato corto e paura di morire o di impazzire. Può presentarsi in qualsiasi momento, a volte è associato a periodi di forte stress e stanchezza e spesso comporta l'innescarsi dell'ansia anticipatoria.

  • Agorafobia è una forte sensazione di disagio e timore di trovarsi in ampi spazi aperti o in ambienti non familiari, dai quali si sente l'impossibilità di allontanarsi, uscire o trovare una via di fuga.

  • Disturbo d’ansia generalizzato (GAD), è un disturbo caratterizzato da uno stato ansioso tendenzialmente costante che porta a preoccupazioni sproporzionate ed incongrue in diversi ambiti di vita. Nel GAD le preoccupazioni non riguardano un tema specifico ma sono estese ai diversi ambiti della vita. I sintomi sono sia fisici che psichici (insonnia, tensioni, tremori, pensieri ossessivi, fatica cronica, irritabilità etc.)

  • Disturbo d’ansia da condizione medica

  • Altro disturbo d’ansia specifico

  • Disturbo d’ansia non altrimenti specificato

Per diagnosticare un disturbo d’ansia ci sono criteri specifici tra cui l'aver accertato che i sintomi di ansia non siano attribuibili agli effetti fisiologici di una sostanza o farmaco o a un’altra condizione medica, oppure non siano spiegati da un altro disturbo mentale. Altro criterio ad esempio è la durata del sintomo o il ripresentarsi nel tempo nonchè l'intensità.


RICAPITOLIAMO!

1. l'ansia non è un qualcosa di esterno da disinstallare ma un nostro vissuto da conoscere e rispettare perchè ci dice qualcosa di importante rispetto a ciò che stiamo vivendo o facendo.

2. conoscere come noi ci attiviamo rispetto a questo vissuto è importante per dare una cornice di senso e spezzare il meccanismo dell'ansia anticipatoria

3. in base ad alcuni criteri clinici si può parlare

di disturbi d'ansia con le loro caratteristiche.





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